Comunicato Stampa
SPAGNA, QUATTRO NUOVI BENI VERSO LA CANDIDATURA UNESCO

Milano, 16 di aprile di 2025
Sono siti tra patrimonio naturale, archeologia e memoria storica, inseriti nella Lista indicativa spagnola per il Patrimonio Mondiale. Il 95esimo Consiglio del Patrimonio Storico della Spagna, riunitosi a Murcia e presieduto da Ángeles Albert, direttrice del Patrimonio Culturale e Belle Arti del ministero della Cultura con la partecipazione di tutte le comunità autonome, ha approvato l’inserimento di quattro nuovi beni culturali e naturali nella Lista indicativa spagnola per il Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Si tratta di un passaggio fondamentale prima della presentazione formale delle candidature internazionali. I beni selezionati per questa prima fase sono: la Geoda Gigante di Pulpí (Andalusia), l’Università Laboral di Gijón (Asturie), le incisioni rupestri di La Palma (Isole Canarie) e i primi ‘ingenios azucareros’ dell’Atlantico, situati tra Gran Canaria e La Palma. Con questa decisione, la Spagna punta non solo a valorizzare ulteriormente il proprio patrimonio, ma anche ad avviare la prima candidatura transnazionale con la Repubblica Dominicana. La Spagna è attualmente il quinto Paese al mondo per numero di siti dichiarati Patrimonio Mondiale dall’Unesco, con ben 50 beni iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale. Tra questi spiccano 15 città che vantano un centro storico e alcuni monumenti specifici dichiarati Patrimonio Mondiale, offrendo un eccezionale patrimonio culturale e architettonico distribuito su tutto il territorio nazionale. La Geoda Gigante di Pulpí, scoperta nel 1999 all’interno della Mina Rica della Sierra de Aguilón (Almería), si distingue per l’eccezionalità dei suoi cristalli di gesso, tra i più grandi e trasparenti d’Europa. Il sito, oggi considerato patrimonio naturale, ha già attirato migliaia di visitatori grazie al suo interesse geologico e mineralogico. A testimonianza della straordinaria ricchezza geologica della Spagna, si segnalano altri complessi sotterranei d'eccezione come le Grotte di Nerja (Málaga), note per le imponenti formazioni calcaree e i dipinti rupestri preistorici; le Grotte di Aracena (Huelva), situate sotto il Castello di Aracena e celebri per la loro bellezza naturale; le Grotte di Valporquero (León), con un percorso turistico che si snoda tra sei sale spettacolari, ciascuna con caratteristiche uniche; e le Grotte del Águila (Ávila), situate a Ramacastañas, vicino ad Arenas de San Pedro, che si estendono per circa mille metri a una profondità di 50 metri. Le incisioni rupestri di La Palma, risalenti al periodo preispanico, rappresentano una straordinaria testimonianza della cultura aborigena dell’isola. Le 520 stazioni rupestri, disposte tra pendii e grotte, presentano motivi geometrici, spirali e cerchi, ricollegandosi a influenze nordafricane portate dai primi abitanti. La Spagna è tra i Paesi europei con la maggiore ricchezza di arte rupestre, spesso situata in ambienti naturali di grande bellezza. Quattro grandi zone rupestri sono riconosciute come Patrimonio Mondiale dall’Unesco: la grotta di Altamira in Cantabria e l’arte rupestre paleolitica del nord della Spagna, l’arte rupestre dell’arco mediterraneo della penisola iberica, il sito d’arte rupestre preistorica di Siega Verde in Castiglia e Leon, e il paesaggio culturale del Risco Caído e delle montagne sacre di Gran Canaria. L’Università Laboral di Gijón (Asturie), edificata tra il 1948 e il 1957 e dichiarata Bene de Interesse Culturale, è l’edificio civile più grande costruito in Spagna nel XX secolo. Originariamente destinato alla formazione professionale, è oggi un importanyte centro culturale ed educativo d’avanguardia, un esempio emblematico di riutilizzo architettonico, valorizzazione e rigenerazione urbana. Completano l’elenco i primi ‘ingenios azucareros’ dell’Atlantico, siti di produzione dello zucchero attivi tra il XV e il XVII secolo, situati nei comuni di Telde, Guía e Agaete (Gran Canaria) e Los Llanos de Aridane (La Palma). Si tratta di impianti nei quali la coltivazione della canna da zucchero e la sua raffinazione venivano eseguite con tecniche altamente sofisticate per l’epoca, grazie anche alla spinta economica dei commerci transoceanici. Questa candidatura verrà presentata congiuntamente alla Repubblica Dominicana, dove si trovano alcune tra le più importanti vestigia di manifatture zuccheriere del primo colonialismo. Oltre al valore industriale e tecnologico, questi luoghi sono oggi considerati anche come spazi di memoria. Gli ‘ingenios’ sono infatti strettamente legati alla storia della tratta atlantica degli schiavi: la domanda crescente di zucchero contribuì in modo decisivo al trasferimento forzato di milioni di africani, che furono ridotti in schiavitù e costretti a lavorare nelle piantagioni e nei complessi produttivi delle colonie. In questo contesto il turismo industriale in Spagna assume un'importanza crescente, suscitando un interesse sempre più diffuso per i luoghi legati alla storia economica e produttiva del Paese. Questo tipo di turismo consente di riscoprire siti trasformati in attrazioni, offrendo una nuova chiave di lettura del patrimonio. Tra gli esempi più noti si segnalano le Miniere di Riotinto in Andalusia, attive sin dai tempi dei Romani, il Ponte sospeso di Vizcaya nei Paesi Baschi, primo ponte con barca basculante al mondo, le Miniere di Almadén nella provincia di Ciudad Real, in Castiglia-La Mancia, che fornivano il mercurio per la lavorazione dell’argento nelle colonie americane, e Las Médulas antiche miniere d’oro di epoca romana situate nel territorio di El Bierzo in Castiglia e Leon.
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